Politica

Sicurezza sulla spiaggia di Rimini, Sensoli (M5S): "Misure per far si che non si ripeta"

L'onorevole Palmizio (FI), punta il dito sulla mancata sicurezza della città e sulla carenza di organico delle forze dell'ordine

"L’aggressione ad una coppia di turisti, lo stupro di gruppo alla ragazza e ad una trans compiuti pochi giorni fa a Rimini sono una inaccettabile tragedia per le persone che l’hanno subito - commenta la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Raffaella Sensoli. - E costituiscono una tragedia sociale per la nostra città, e la nostra regione. La violenza è stata compiuta contro tre persone, ma anche contro un’intera comunità. Dobbiamo individuare, arrestare al più presto, processare rapidamente e punire in modo esemplare gli aggressori. E dobbiamo capire perché questo è successo, con l’obiettivo chiaro e prioritario di impedire che si ripeta.Le vittime sono turisti, ma avrebbero potuto essere due residenti. Il luogo non è un luogo appartato, ma la principale attrazione di Rimini, cioè la spiaggia. Come se a l’aggressione e lo stupro fossero avvenuti davanti a San Vitale, a Venezia sul ponte di Rialto o a Milano in Piazza Duomo. Gli autori sono quattro immigrati, probabilmente nordafricani. Non essendo ancora stati individuati non si è in grado di dire se le condizioni del l loro ingresso e della loro permanenza in Italia siano regolari. Temiamo però, che, una volta identificati scopriremo, purtroppo che erano già stati segnalati in altre occasioni, avevano compiuto altri reati, erano stati oggetto di provvedimenti. Intendiamoci: la violenza sarebbe stata della stessa gravità se i suoi autori avessero avuto gli occhi azzurri e uno spiccato accento romagnolo, se fosse accaduta in mezzo alla campagna in una notte di nebbia. 

"Ma le caratteristiche specifiche di queste gravissime violenze luogo, vittime, momento, autori - prosegue la Sensoli - conferma, parola che uso consapevolmente, che Rimini, come tutta l’Emilia-Romagna e tutta l’Italia siano luoghi con reali problemi di sicurezza: luoghi dove possono avvenire episodi di questa natura, dove strade e quartieri di paesi e città, anche di grande richiamo turistico sono ostaggio della presenza di persone che possono agire commettendo violenze gravissime restando indisturbate. Posti insicuri, soprattutto per una donna, anche nei luoghi che la identificano e rappresentano la sua attrattiva.   Questa vicenda conferma l’esistenza di problemi reali e variegati di sicurezza: l’ingresso e la permanenza nel nostro paese di troppe persone che arrivano o decidono di restare perché sanno di restare nei fatti impunite, sapendo che l’irregolarità in Italia ad oggi consente di sopravvivere e vivere spesso di più e meglio che in altri Paesi. Ricordare il divieto di fermarsi sulla spiaggia di notte è come ricordare il divieto di balneazione nelle zone in cui si registrano dati scadenti di qualità delle acque. Se per rendere sicuro il mare e consentire i bagni servono impianti di depurazione e sistemi che impediscano scarichi inquinanti., così per rendere sicure le spiagge (sicure per tutti: turisti e residenti, uomini e donne, romagnoli e immigrati) servono iniziative concrete destinate al territorio e alla società. Serve urgentemente una riqualificazione urbana strutturale, comprendente anche il recupero delle colonie abbandonate, serve una presenza reale e diffusa di forze dell’ordine, adeguata alle esigenze di una città che d’estate quadruplica i suoi abitanti ed ospita persone che vengono per rilassarsi e divertirsi". 

"Serve una gestione dei flussi migratori seria - conclude la consigliera - che poggi sulla certezza delle regole per entrare e per restare. Serve una politica ed un’amministrazione (regionale, comunale, statale) che chiami le cose e i problemi con il loro nome. Perché nessun rendering “rende” realmente vivibile un luogo, ma lo può fare solo il contrasto efficace della criminalità. E i nomi da utilizzare sono consolidamento della mafia ampiamente presente in riviera, degrado urbano, ambientale, materiale (che alla fine diventa sociale) di intere aree e di quartieri, gestione della migrazione incerta, senza chiare responsabilità delle competenze istituzionali, politiche economiche attente solo ai grandi centri commerciali e alle imprese vicine politicamente alle forze di governo, gravissima carenza di risorse per le forze dell’ordine (uomini e mezzi). La violenza ai danni della coppia polacca e della trans peruviana è stata compiuta quindi da quattro nordafricani, ma le condizioni che l’hanno resa possibile vanno ricercate a Rimini, a Bologna e a Roma."

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Anche Forza Italia, per voce dell'onorevole Palmizio, punta il dito sulla mancata sicurezza di Rimini e sulla carenza di organico delle forze dell'ordine oltre a chiedere pene certe per gli autori dei crimini. "La violenza e lo stupro di gruppo avvenuti a Rimini sono aberranti - spiega in una nota stampa. - Sono stati scritti fiumi di parole; solidarietà, disgusto, collera, compassione sono i sentimenti che hanno colpito ognuno di noi. Ma non si poteva davvero evitare? Ma soprattutto come possiamo prevenire? Era il 30 giugno quando ho raccolto l’appello del SIAP , sindacato di Polizia, ed ho interrogato il Ministro dell’Interno per segnalare una forte criticità proprio sulla città di Rimini. Il Siap evidenziava che le misure ad hoc previste per l'estate riminese sarebbero state attive, in sostanza, solo tra il 20 luglio ed il 20 agosto 2017 ed a mia volta segnalavo il problema al Ministro. Si precisava inoltre la mancanza di personale sufficiente a garantire la sicurezza sulla Riviera romagnola".

"Successivamente - prosegue Palmizio - in data 10 luglio, ho sollecitato ancora il Ministro dell’interno con una interrogazione  più generale sul piano di chiusura di 251 presidi della polizia di Stato  chiedendo se il Governo non intendesse sospendere il prospettato e ad a mio avviso «feroce» progetto di chiusura selvaggia degli Uffici di polizia e procedere, invece, ad una riforma seria che conducesse ad una razionalizzazione ragionevole e concordata del sistema della sicurezza italiana. A tutt’oggi non ho ricevuto risposta alcuna. La sicurezza percepita ed oggettiva è sempre meno, i fatti di violenza più o meno grave si susseguono in special modo ad opera di cittadini stranieri. Sia chiaro che a me non interessa il colore del “Mostro” ma mi pongo domande quando un “mediatore culturale” dichiara su un social che lo stupro è brutto solo all’inizio e poi la donna si calma. Questa è istigazione alla violenza, sono valori culturali che non ci appartengono e che dobbiamo respingere. Mi rivolgerò ancora al Ministro, le segnalazioni che arrivano dal territorio devono essere ascoltate, le forze dell’ordine devono essere sostenute e implementate ma soprattutto deve passare un messaggio preciso: in Italia delinquere è un reato e il reato deve essere punito con la certezza della pena e/o con l’espulsione immediata".

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"Speculare politicamente sull’aggressione della coppia di turisti polacchi, mentre i ragazzi sono ancora affidati alle cure dei sanitari e psicologi è davvero un’operazione di cattivo gusto - ha commentato Gennaro Mauro, capogruppo del Movimento Nazionale per la Sovranità. - Inoltre non può che alimentare il danno di immagine di una città per un accadimento che è già sulle prime prime pagine dei siti web, TV e dei quotidiani italiani ed esteri. In questo momento ci sentiamo di esprimere la nostra solidarietà ai turisti che hanno subito una disumana violenza fisica e morale, e per questo ci auguriamo che le forze dell’ordine riescano quanto prima ad individuare e arrestare i colpevoli. Purtroppo i quattro malvagi criminali potevano operare ovunque, sull’arenile, nelle strade o nei parchi cittadini, a Rimini come in qualunque altra città d’Italia. Sbagliato individuare a “caldo” delle responsabilità in capo agli operatori balneari. Significherebbe trovare il capro espiatorio, dimenticando che il fenomeno della criminalità si combatte su più fronti.  Dobbiamo essere consapevoli che non è possibile illuminare a giorno la nostra città nelle ore notturne, né tantomeno sguinzagliare centinaia di operatori delle forze di polizia, o dotarci di ronde e vigilantes a tutto spiano. Detto ciò, non possiamo non esimerci dall'affermare che la percezione dei riminesi, e i dati relativi degli eventi criminosi, ci dicono che la nostra città sia di giorno che di notte è meno sicura, una questione questa che al di là dei fatti di Miramare dovrà essere oggetto di profonda riflessione e analisi nelle prossime settimane.  Da destra lo intendiamo fare con la maggioranza di centrosinistra senza alcuna speculazione politica. Credo che sia condivisibile la tesi che nonostante l’impegno di Prefettura, Questura e dell’Amministrazione Comunale  c’è ancora molto lavoro da fare. Bisognerà lavorare sugli organici delle forze di polizia attualmente inadeguati, sulla nuova Questura di Rimini la cui vicenda è ormai diventata una telenovela, di pubblica illuminazione, di un sistema adeguato di video sorveglianza".