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Una serata di "Smarrimento" a teatro, sul palcoscenico l'attrice Lucia Mascino

Come diceva Cesare Pavese L’unica gioia al mondo è cominciare. Ed è proprio un elogio degli inizi, del cominciare o ricominciare, lo spettacolo Smarrimento, monologo teatrale che nasce dalla collaborazione tra la regista vincitrice di tre premi Ubu Lucia Calamaro (che lo ha scritto e diretto) e la poliedrica attrice Lucia Mascino.

Smarrimento va in scena sabato 3 dicembre (ore 21) al Cinema Teatro Astra di Bellaria Igea-Marina, per una data che inaugura la ripresa della tournée avviata solo tra gennaio e febbraio di quest’anno, a causa della chiusura dei teatri imposta dalla pandemia del Covid19, con tappe in alcuni dei più prestigiosi teatri di Milano, Roma e Napoli.

Si riparte dunque da Bellaria Igea-Marina con questa pièce prodotta da Marche Teatro che vede come unica protagonista sul palcoscenico l’attrice Lucia Mascino. Una carriera, la sua, fatta di tanto cinema e teatro ma anche di televisione: è volto noto infatti per la serie Una mamma imperfetta oltre che per il ruolo di protagonista, al fianco di Filippo Timi (suo grande sodale anche sul palcoscenico), della serie Sky I delitti del Barlume. Mascino ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi come il Premio Vittorio Mezzogiorno per il teatro, due candidature ai Nastri d’Argento come Miglior Attrice Protagonista e ha vinto il Premio Anna Magnani per il cinema nel 2018.

Smarrimento è “un cabaret esistenziale, tragicomico” lo ha definito la sua interprete che sul palcoscenico veste i panni di Anna, una scrittrice in crisi, alle prese con personaggi iniziali di vari romanzi che non scriverà mai, perché non riesce ad andare avanti. Gli editori le organizzano reading/conferenze in giro per l’Italia, in modo da tirar su qualche economia mentre lei non produce niente di nuovo.

In scena, dove l’attrice dà vita anche al personaggio del marito di Anna, affiorano ricordi e immagini del loro rapporto di coppia. Dall’ordine geometrico dell’inizio si giunge fino alla distruzione di ogni ordine costituito, nel quale, alla fine, resta solo la consapevolezza del ricordo, la necessità del dolore, l’importanza della memoria.


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