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San Biagio vescovo, presentazione del dipinto di Atanasio Favini

In occasione della commemorazione di San Biagio Vescovo (3 febbraio), il Museo di Saludecio e del Beato Amato, segnala alcune iniziative e l'opera raffigurante il Santo di padre Atanasio Favini. Il Museo di Saludecio e del Beato Amato nasce nel 2001 negli ambienti annessi alla Chiesa parrocchiale di Saludecio dedicata a San Biagio Vescovo. L'imponente edificio ecclesiastico risale ad un progetto del 1794 del cesenate Giuseppe Achilli e del quale sono esposti nel Museo i disegni della primitiva versione; in seguito venne poi modificato e consacrato nel 1803. L'antica Chiesa parrocchiale di Saludecio era probabilmente una costruzione medioevale del Duecento ed ordita longitudinalmente rispetto all'asse di Via Roma. Nel tempo subì numerose trasformazioni e a seguito del sisma del 1786, fu deciso di riformarla in uno stile neoclassico e con una tipologia di maggiore aulicità: a pianta centrale dotata di una grande cupola. Questo soluzione così innovativa per il contesto geografico, per le dimensioni, per la distribuzione e la continuità degli spazi e per l'elegante apparato decorativo, hanno fatto sorgere l'elogiativo soprannome di Cattedrale della Valconca. Sin dai tempi antichi la Chiesa è stata dedicata ad un Santo temporalmente a noi lontano: Biagio di Sebaste, universalmente noto come San Biagio Vescovo.

Poco si conosce di questa figura, la cui devozione è pienamente diffusa nella Diocesi di Rimini: sono ancora presenti le chiese a lui dedicate a Montescudo, a Misano Adriatico e a Roncofreddo (dove è anche Patrono della città). Proprio a Roncofreddo, Parrocchia della Diocesi di Rimini nel territorio della Provincia di Forlì-Cesena, si recherà oggi in visita il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi e nel Museo d'arte sacra è custodito il rinascimentale reliquario con il dente di San Biagio. San Biagio, nacque nel III secolo in Armenia, a Sebaste, lì divenne prima medico e poi Vescovo della città, e nel 316 d.C. fu martirizzato in quanto si rifiutò di rinnegare la fede alla Religione Cristiana. Prima della decapitazione, a Biagio da Sebaste venne inflitta la punizione della cardatura del corpo. Questo episodio è narrato dalla grande pala dell'altare maggiore nella Chiesa di Saludecio. Il dipinto realizzato da frate Atanasio Favini nel 1800, racconta con particolare fervore neoclassico ed enfasi anatomica, proprio il momento in cui Biagio, spogliato dalle vesti di Vescovo, viene legato su una tavola in procinto di subire la terribile pena. Francesco Antonio Favini nacque a Coriano nel 1749, divenuto Frate Minore Osservante nel 1765, assunse il nome di Atanasio; la sua opera pittorica è interessante e spazia non soltanto nel territorio riminese, ma con belle opere anche murali, a Macerata, Tolentino, Ascoli Piceno, Pesaro, Forlì, Bologna, Carpi e a Roma, dove completò la decorazione della Chiesa dell'Aracoeli, con le raffigurazioni di Santi e Sante francescani negli ovuli della navata centrale. Morì a Macerata ormai cieco, nel 1843.

La relazione artistica con il maestro Francesco Rosaspina si percepisce nel quadro saludecese, dove sussiste un evidente riferimento alla posa del Santo con la stampa raffigurante Filottete ferito nell'Isola di Lemno, incisa nel 1785. Il dipinto è stato recentemente oggetto di una prolungata osservazione da Vittorio Sgarbi, nella sua recente visita alla Chiesa e al Museo di Saludecio e del Beato Amato. Non l'unica opera d'arte degna di menzione in Valconca: nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Valliano di Montescudo, esiste un bellissimo ciclo di affreschi cinquecentesco, con San Biagio in abiti vescovili e quale attributo iconografico, un cardaccio per la lana. San Biagio è il protettore dei pastori, agricoltori, cardatori, fiatisti, materassai, laringoiati ed invocato soprattutto per le malattie della gola.

La Parrocchia di San Biagio Vescovo di Saludecio, commemorerà il titolare con la celebrazione di domenica alle 16.00, cui seguirà la tradizionale benedizione delle candele legata anche alla ricorrenza della Presentazione di Gesù al Tempio (Candelora). Si ricorda che il Museo di Saludecio e del Beato Amato è aperto la domenica dalle 15.00 alle 18.00 con ingresso libero e gradito. Per informazioni: museo.santo.amato.saludecio@gmail.com


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