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Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio entrano nelle atmosfere gotiche di Dracula

Un classico moderno riletto dai grandi protagonisti della scena italiana. Da martedì 19 a giovedì 21 marzo tra Teatro Galli in scena Dracula, il capolavoro letterario di Bram Stoker nella riscrittura di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi, con Luigi Lo Cascio. Un viaggio notturno verso l’ignoto, un viaggio tra lupi che ululano, grandi banchi di foschia e cavalli dalle narici infuocate. In questo clima di illusione, di oscurità e paura si cala Dracula, il celebre testo di Bram Stoker nella riscrittura di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi. Dopo il successo di Delitto/castigo Rubini e Cavalluzzi hanno rilanciato la sfida affrontando l’“ultimo grande romanzo gotico”, affidandosi ancora ad uno dei grandi interpreti del teatro e del cinema italiano, Luigi Lo Cascio, sul palco al fianco di Sergio Rubini che cura anche la regia.

Lo spettacolo, prodotto da Nuovo Teatro di Marco Balsamo, ripropone la celebre storia del giovane procuratore londinese Jonathan Harker, giunto in Transilvania per curare l’acquisto di una proprietà a Londra da parte del conte Dracula. Harker si accosta al cancello del castello del nobile come chi, sopraggiunto nell’Ade, comprende a poco a poco di trovarsi in una tomba. Da una monumentale scala al centro della scena i personaggi scendono in un luogo frastagliato da ombre e disseminato di specchi che non riflettono immagini ma solo paure. Una dimensione dove il buio prevale sulla luce, il chiarore ferisce come una lama lo sguardo, il cupo battere di una pendola segna il tempo del non ritorno, uno scricchiolio precede una caduta e il silenzio l’arrivo della bestia che azzanna e uccide. Una realtà malata dove sarà impossibile spezzare la tensione e da cui sembrerà di non poter uscirne vivi. Dracula offre l’opportunità allo spettatore di scoperchiare il mostro che si cela in ognuno mettendoci a confronto con i nostri più profondi e ancestrali misteri. “Dracula rappresenta il male in assoluto, che ci travolge, che ci seduce – ha dichiarato Rubini sulla Lettura del Corriere della Sera - tutte le paure dei personaggi del romanzo partono dall'inconscio, ma Bram Stoker non ne era consapevole”.


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