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Scrittori matematici e immaginazione, incontro con Bartocci

Appuntamento sabato 18 novembre nella Sala del Giudizio del Museo, alle 17, si terrà l'incontro di Biblioterapia con Claudio Bartocci, docente di Fisica matematica, Geometria differenziale e Storia della matematica nell’Università di Genova. “Scrittori matematici” è il titolo della sua conversazione, che ci introdurrà al rapporto con la verità e la realtà intessuto dalla matematica.

Per questa tappa essenziale nel percorso intorno a “Realtà… e mondi possibili” non potrebbe esserci guida migliore di Bartocci, che “con calviniana ‘leggerezza’ – per citare Mario Porro - naviga fra i saperi e la loro storia obbedendo al demone dell’Enciclopedia”, e le cui pagine “promuovono intrecci, fecondi incroci fra scienze e cultura umanistica”. Come nel suo ultimo libro, “Zerologia. Sullo zero, il vuoto e il nulla” (il Mulino, 2016), dialogo con un fisico, Piero Martin, e un filosofo, Andrea Tagliapietra, su quella che la presentazione del libro chiama “grammatica del non”, necessaria alla conoscenza umana, perché “lo zero, il vuoto e il nulla ci consentono di sporgerci su ciò che non sappiamo ancora, su quel non sapere che sempre circonda ciò che crediamo di sapere”.

“Scrittori matematici”, al di là della centralità che la matematica ha assunto negli sviluppi recenti della fisica e della tecnologia, intende aprire il nostro sguardo alla sua potenzialità di arte immaginativa. Negli ultimi due secoli, infatti, a seguito delle profonde trasformazioni di questa disciplina, si sono approfonditi i suoi intrecci con la letteratura: tra gli scrittori che ne sono stati influenzati, a partire dal Novecento, annoveriamo Hermann Broch, Leo Perutz, Carlo Emilio Gadda, i sodali dell’Oulipo (Raymond, Queneau, Georges Perec, Jacques Roubaud, Italo Calvino), Dino Buzzati, Umberto Eco, Max Frisch, Hans M. Enzensberger, Don DeLillo, David Foster Wallace… Se è vero infatti che letteratura e matematica sono attività dell’intelligenza, della “finzione”, e consistono nell’invenzione di mondi possibili, offrono anche strumenti per demistificare la realtà attraverso giochi di rispecchiamento, per sondare la nostra capacità (o incapacità) di dare un nome alle cose, per esplorare le possibilità (nelle parole di Calvino) di un “nuovo rapporto tra la leggerezza fantomatica delle idee e la pesantezza del mondo”.

Anche la matematica, come la letteratura, può costruire il nuovo perché sa distruggere i pregiudizi, ignora i confini del sapere; “l’intuizione creativa rovescia il motto di Sherlock Holmes: non bisogna più abbandonare l’impossibile per l’improbabile, ma dimostrare proprio quello che non pare possibile a coloro che si sentono ‘padroni del pensiero’”.  


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