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Alla Galleria Zamagni la mostra Zoom: un viaggio nell'arte di Stefano Cecchini

La mostra Zoom -  Cecchini guarda Cecchini su cui Gianluca Zamagni è al lavoro da un paio d’anni nasce da un’idea di Stefano Cecchini, pittore che ama giocare con le parole e lo fa anche in questa occasione. Il termine racchiude infatti in sé un doppio significato: dentro lo zoom, strumento caro a ogni appassionato di fotografia, coesiste la parola  greca “zoo”, animale. L’artista sottolinea in neretto la grande passione per la natura e gli animali selvatici, in particolare per il conturbante mondo dei grandi felini. Per farlo, si avvale di un doppio, di un occhio “altro”, un “altro” sguardo che è quello di Davide Cecchini, omonimo giovane fotografo. Non li lega nessun grado di parentela, ma i due, pur con occhi e strumenti differenti, si trovano al confluire di una passione comune. Lo stesso mondo del regno animale che Stefano raffigura da anni. 

Cecchini & Cecchini decidono quindi di comporre una sonata a quattro mani. Con le 30 opere in mostra – 15 di ciascuno - si può ragionevolmente parlare di sincretismo artistico. Stefano e Davide si avvalgono di un denominatore comune: la luce. Se Stefano, denunciando perfetta conoscenza del chiaroscuro, la domina e la imbriglia laddove serva per esaltare il guizzo di un muscolo sotto la pelliccia di un ghepardo o lo straripante chiarore della polvere sollevata dalla furiosa carica di un branco di elefanti, Davide la governa attraverso la fotografia. Lo sguardo metafisico dell’obiettivo irrompe tuttavia senza timore all’interno di ogni pennellata e la decifra a proprio piacimento.

Stefano sostiene da sempre, e in questa occasione lo dimostra una volta di più, che «la fotografia rappresenta la pittura e la pittura in qualche modo è intesa come fotografia». 
Le fotografie di Davide, disposte a fianco dei dipinti di Stefano, percorrono volutamente altri sentieri. Sono quelli tracciati dallo “zoom”. Davide si introduce nel dipinto. Lo ispeziona con l’occhio meccanico della fotocamera che invariabilmente restituisce insospettabili guizzi di fantasia: consegna allo spettatore la cifra macroscopica e ribelle di parte della scena pittorica.. “Mi entusiasma rendere eterno l’attimo fissato nello scatto. Blocchi un momento preciso e lo consegni all’eternità come fa un pittore con il quadro. Imprigionare il tempo inebria quanto la velocità” ama ripetere. Davide Cecchini ha frequentazioni professionali con l’universo delle competizioni motociclistiche che ama in modo viscerale, ma segue per passione anche il cinema e il mondo letterario. Non a caso, i titoli dati ad alcune delle opere fotografiche presenti in galleria si ispirano a noti temi della filmografia e della letteratura: la ripresa ruotata e ravvicinata di un orecchio del lupo è ad esempio sovrapponibile esattamente allo sperone roccioso del film Il Re Leone e la denomina “Il cerchio della vita”, canzone portante della pellicola. Ma gli esempi sono diversi.

La Galleria
Inaugurata il 12 aprile in via Dante Alighieri 29-31, angolo via Cesare Clementini, la Galleria Zamagni ha già ospitato due mostre di grande pregio e successo: a giugno Zino Bad Dream e per l’intero agosto Flaneur – Tra i volti del tempo di Massimo Pulini, in procinto di fare il bis a Perugia. “Con Zoom -  Cecchini guarda Cecchini chiudiamo il cerchio sulle grandi mostre del 2019, primo anno di vita della neonata Galleria che si caratterizza anche per incontri, approfondimenti, seminari e che domenica 29 settembre vedrà aprirsi un ciclo di tre viaggi culturali alla scoperta dei grandi collezionisti” commenta con orgoglio Gianluca Zamagni, che con Zoom istaura una bella collaborazione con un’altre importante realtà cittadina: “Grazie alla tipologia della mostra e al vernissage con istallazioni di verde e bambù in collaborazione con Morolli Fiori di San Giuliano e scenografie dell’interior design Alessandro Gotti (Santabago) l’inaugurazione di sabato 21 settembre alle 18 è stata sposata da Giardini d’Autore tanto da diventarne un suo evento off”.
 


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