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Mattina al cinema con un capolavoro di fantascienza al tempo del muto

Domenica mattina 4 novembre al Cinema Fulgor continua la rassegna dedicata al Cinema Espressionista tedesco. Questa volta (proiezione ore 10:30) sarà tramite un omaggio al regista, sceneggiatore e scrittore austriaco Fritz Lang, uno dei maestri universalmente riconosciuti del cinema, con il suo capolavoro Metropolis (1927), indiscusso gioiello espressionista. Massimo sforzo produttivo dell'industria cinematografica tedesca, il film affronta gli effetti disumani dell'industrializzazione, proponendo una ricomposizione simbolica del conflitto tra tecnologia e lavoro, tra padroni e operai, ma soprattutto si tratta di una grande esperienza di messa in scena, che punta a sviluppare e a valorizzare tutte le potenzialità, formali ed emozionali del cinema dell'epoca. 

La storia si svolge nel ventunesimo secolo, 2026. La città di Metropolis è divisa in due: ai piani alti, negli imponenti grattacieli, vivono i ricchi ed i dirigenti; in basso, negl'inferi della città industriale, intere masse di individui ridotti quasi ad automi e costretti a lavorare senza requie né speranza. Al vertice di Metropolis, c’è Johann Fredersen, magnate e austero padrone della città. Suo figlio Freder, vive una spensierata giovinezza tra le morbide anse di lussuosi giardini, ignaro della logica rigidamente e violentemente classista che governa la società in cui vive. Una realtà questa che il giovane comincia a scoprire dopo l’incontro con Maria, una splendida ragazza proveniente dalle profondità operaie convinta che le condizioni delle masse sfruttate possano essere risollevate soltanto grazie all’intervento di un salvifico mediatore. Un ruolo nel quale, passando per una violenta rivolta, sarà possibile riconoscere Freder, giunto a una decisiva maturazione.
Capolavoro del cinema in assoluto e di quello di fantascienza in particolare Metropolis, va collocato nella complessità socio-culturale del periodo in cui venne realizzato. La sceneggiatura è di Thea von Harbou, moglie di Fritz Lang, che pochi anni dopo avrebbe aderito al Partito nazista, mentre il regista, ebreo per parte di madre, lasciò la Germania per raggiungere gli Stati Uniti. Sta in questo ibrido d'origine una delle possibili cause del fatto che Metropolis venisse, ad esempio, pesantemente criticato da un regista come Buñuel e apprezzato invece da Hitler, che vedeva nello sviluppo della trama e, in particolare nel finale, un sostanziale sostegno alla sua ideologia. Un capolavoro che subì innumerevoli mutilazioni nel corso degli anni ma che ora gode di un restauro filologicamente accuratissimo.

Nell'altra sala in programmazione  “Bergman 100: La Vita, I Segreti, Il Genio” di Jane Magnusson. La proiezione sarà preceduta dalla colazione a buffet dalle 10. 


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