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A teatro "La peste", un’inedita versione scenica del romanzo di Camus

La peste di Camus è un capolavoro. E oggi è un testo necessario”. E’ la recensione, assoluta, che Serena Sinigaglia fa del romanzo a cui trae ispirazione il suo nuovo spettacolo, in scena giovedì 2 febbraio (ore 21:00) al Teatro Galli per il nuovo appuntamento di questo secondo intenso atto della Stagione di prosa riminese.  

L’incipit fa riecheggiare scene in cui oggi è facile immaginarsi: la città di Orano in Algeria è colpita dalla peste e isolata dal mondo. Scegliendo di raccontare un momento estremo e di assoluta emergenza, Camus si cimenta nell’impresa di scandagliare l’animo umano. Una visione di cui Serena Sinigaglia - che si è avvicinata al testo nel 2 marzo 2020, nel pieno del lockdown e dell’allontanamento forzato dall’altro dovuto all’ultima ‘peste’ - presenta un’inedita versione scenica, mettendo il luce come l’umanità dell’autore sia allo stesso tempo divertente, commovente, appassionante e sorprendente. 


“L’autore francese – spiega la regista - ci guarda senza giudicarci mai, con occhi sempre nuovi. E ci propone una direzione possibile, un senso al caos, un freno alla paura. L’amore, l’amore laico e terreno, è l’inaspettato protagonista di questa storia, il filo che unisce le strane vicende intercorse a Orano in un anno imprecisato degli anni Quaranta. E il tentativo di essere uomini e non bestie è il più semplice e radicale senso della vita”.

Venerdì 3 febbraio in programma la seconda replica, per un matinée (ore 10:30) riservato alle scuole.  

Lo spettacolo serale è tra i titoli scelti per il progetto Giovani reporter a teatro, realizzato dal Teatro Galli in collaborazione con il Teatro della Regina di Cattolica e il Centro Diego Fabbri di Forlì, e pensato per coinvolgere in maniera attiva alcuni studenti degli istituti superiori, che saranno invitati a recensire con stile e linguaggio giornalistico lo spettacolo.  


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