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Collettivo Inciampo sarà all'Arboreto con "Di nuovo Eretici"

Dal 5 al 12 settembre Collettivo Inciampo sarà in residenza a L’arboreto-Teatro Dimora di Mondaino, in seguito alla Chiamata Pubblica Di nuovo ERetici, ideata e promossa da L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna e aperta ad artisti under 30, residenti o domiciliati in Emilia Romagna. Tra gli oltre 30 artisti e formazioni che hanno partecipato alla call, il percorso biennale (2019-2020) di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico offerto è stato assegnato al Collettivo Inciampo con il progetto Phoenicopteridae – La verità del fenicottero, poiché è stato riconosciuto come un «progetto innovativo per la scelta del tema, anche quale metafora del teatro, per le modalità di indagine che prevedono il coinvolgimento dei rispettivi territori di residenza e per i riferimenti indicati: politici, sociali e letterari. Una proposta complessa e articolata che sosteniamo anche per le “sfide sceniche” che affronta». Il progetto prevede il coinvolgimento di tutor che possano seguire da vicino il lavoro, confrontarsi con  la compagnia come occasione di ulteriore riflessione e ricerca. In questa prima fase sarà Elena Di Gioia ad accompagnare la residenza del Collettivo Inciampo. 

Il progetto
Che cos’è un inganno? Memoria alterata, narrazione, incongruenze temporali, sostituzioni, omissioni. La prima favola che ci raccontano prima di andare a dormire narra di superamenti e  lieto fine. Ma che cosa succede se, come in Armida e la realtà (da Le ombre Bianche di Ennio Flaiano) alle favole vengono sostituiti i fatti di cronaca? Nel tentativo di riempire i vuoti con immagini e situazioni ciascuno di noi mente parlando di sé, avvicinandosi sempre di più alla rappresentazione del proprio io. Partendo da questa specie di inclinazione naturale, il meccanismo dell’autofinzione ci spinge a considerare l’inganno come un atto deliberato anche laddove la memoria è ben stabile. Talvolta l’inganno può assumere un’accezione positiva, si fa espressione di libertà, desiderio di dominio dell’uomo sul proprio destino; spesso però questo dominio travalica le frontiere del privato per arrivare al pubblico. Non si tratta più di narrarsi in una maniera diversa da quel che si è ma di plasmare la narrazione altrui nel momento in cui questa entra in contatto con le propaggini del nostro inganno. Oggi più che mai diventa difficile riconoscere il reale dal fittizio, laddove l’inganno si è evoluto ed è diventato anch’esso social: manipolazione dell’informazione, impossibilità di raccontare la realtà, creazione virtuale di se stessi. Come ci si comporta quando la realtà pare più falsa e fantasiosa di una menzogna? O quando una bugia viene scambiata per realtà e su di essa ci si costruisce la propria immagine, la propria fama o la propria storia? E qual è la posizione del teatro, luogo precipuo dell’inganno, in questa nuova era e prospettiva? Attraverso lo studio ponderato di una vasta bibliografia e l’utilizzo sperimentale dei nuovi media e delle nuove tecnologie si tenterà di condurre lo spettatore nei meandri di un’interrogazione che lo investe in prima persona e che invita all’esercizio del dubbio prima di tutto verso se stessi. La prossima tappa di residenza per il 2019 sarà a La Corte Ospitle di Rubiera dal 7 al 14 di ottobre.


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