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La provocazione dell'autoritratto di Mattia Moreni

Nell'ambito dell'iniziativa Il Museo come manifesto civico di una comunità, a partire dall'1 dicembre e fino al 9, la Galleria Santa Croce di Cattolica ospiterà una sola opera, l'Autoritratto n. 1 di Mattia Moreni, accolto quasi paradigmaticamente come simbolo di una provocatorietà dell'arte che diviene denuncia e presa di posizione, ironica e autoironica quando non addirittura beffarda, e che si fa pratica pittorica nell'ambito di quello che lo stesso Moreni definisce “il regressivo consapevole” della specie umana applicato alla categoria delle “belle arti”. E' a partire dal 1983 e fino circa alla metà degli anni Novanta che Moreni produce gli Autoritratti, affidando ad una autoraffigurazione priva di rappresentatività la propria evoluzione tematico-linguistica, da cui sviluppa un ritratto privo di ogni corrispondenza cronologica, scevro dal presente, con riferimenti al proprio passato o ad un ipotetico futuro, e in cui la forza espressiva prevale sulla funzione identitaria. L'immagine, disegnata direttamente col tubetto e accompagnata da interventi di scrittura graffita o ripresa a colore, riporta in calce dati personali e considerazioni: la sequenza degli Autoritratti rappresenta anche una risposta alla contemporanea pittura di 'basso profilo', sul convincimento e sulla denuncia di una evidente 'regressione' della specie umana.
L’Autoritratto n. 1 (1985) è stato esposto al XXIX Premio Campigna a Santa Sofia di Romagna e poi nel 1989, nell’importante mostra dedicata a Il regressivo consapevole 1983-1989.
Ingresso libero.


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