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Massimo Iondini presenta il libro "Dice che era un bell'uomo. Il genio di Dalla e Pallottino"

Giovedì 1° luglio, alle ore 22.00, in Piazza 1° Maggio a Cattolica (Rimini), il giornalista Massimo Iondini presenta nell’ambito del 5° Festival Nazionale della Cultura Sportiva (Giochi della Legalità) il libro “Dice che era un bell’uomo…Il genio di Dalla e Pallottino” (Edizioni Minerva), dedicato alla coppia artistica formata da Lucio Dalla e Paola Pallottino, pubblicato in occasione del cinquantesimo anniversario della loro celeberrima canzone “4/3/1943”. L’evento è ad ingresso gratuito.L’incontro dal titolo “Vite fuoricampo” sarà moderato dal giornalista Massimiliano Castellani e vedrà la partecipazione del compositore e direttore d’orchestra Vince Tempera. Sul palco anche la cantante Annalisa Minetti che interpreterà alcuni grandi brani di Dalla. Iondini racconta nel libro retroscena e aneddoti degli esordi della carriera del cantautore bolognese e svela l’inedita versione dalliana del brano “La ragazza e l’eremita”, frutto del sodalizio con la storica dell'arte, illustratrice e paroliera Paola Pallottino. Una breve ma intensa collaborazione grazie alla quale videro la luce canzoni come “4 marzo 1943”, “Un uomo come me”, “Il gigante e la bambina” e “Anna Bellanna”. 
Grazie anche alle testimonianze esclusive della stessa Paola Pallottino, di Gianni Morandi, Gino Paoli, Renzo Arbore, Ron, Maurizio Vandelli, Maurizio De Angelis, Vince Tempera, Angelo Branduardi e Armando Franceschini, Iondini racconta la carriera di Dalla nei primi anni Settanta dall’exploit sanremese di “4 marzo 1943” al giallo de “Il gigante e la bambina”, fino alla prematura e definitiva rottura del rapporto con Paola Pallottino, che aprì la strada alla collaborazione di Lucio con il poeta e intellettuale bolognese Roberto Roversi. Ad arricchire ulteriormente il libro “Dice che era un bell’uomo. Il genio di Dalla e Pallottino” sono la prefazione di Gianni Morandi e l’introduzione di Pupi Avati, che ricordano gli esordi della carriera di Lucio Dalla. Il libro si conclude infine con una intervista esclusiva a Umberto “Tobia” Righi, per 46 anni factotum e padre putativo di Lucio, e uno scritto dello stesso Dalla, una sorta di testamento umano, artistico e spirituale. 


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