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Inizia con le “cannonate” di Marco Travaglio l’ultima settimana di MobyCult

Inizia con le “cannonate” di Marco Travaglio l’ultima settimana di MobyCult, la rassegna di incontri con i libri e gli autori che quest’anno ha toccato il traguardo delle venticinque edizioni. Lunedì, infatti, il direttore de Il Fatto Quotidiano sarà ospite del salotto letterario al Teatro degli Atti, a Rimini, a partire dalle ore 21,30, per parlare del suo ultimo libro, “Slurp – Lecchini, cortigiani e penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati” (Ed. Chiarelettere). Un titolo e un sottotitolo espliciti al punto giusto per capire verso chi questa volta rivolga la propria penna puntuta Marco Travaglio: la “casta” dei giornalisti e opinionisti di varia natura divisa nel libro in “Lecca-politici”, “Lecca-padroni”, con un capitolo finale dedicato agli “Oscar Leccatori”.

Del libro già si annuncia un prequel, come “nella saga di Guerre – anzi di Lingue – stellari” dedicato alla “storia delle lingue italiane dagli anni del fascismo a quelli della Prima Repubblica”, mentre in “Slurp” l’attenzione è tutta rivolta alla Seconda Repubblica. Dall’ “Era” Berlusconi, a Prodi, Dini, Monti, fino ad arrivare all’Era Renzista, il campionario di quello che l’autore definisce il “leccaculismo” nostrano è vario. E la penna di Travaglio colpisce a destra, a sinistra, al centro, smascherando “un esercito di adulatori in servizio permanente effettivo”.

Anche se il vizio dell’adulazione non è una “esclusiva nazionale”, “vi siamo sempre apparsi particolarmente predisposti” annota Travaglio in una breve quanto densa di citazioni introduzione che si apre con i versi che Dante nella Divina Commedia dedica a “ruffiani, ingannatori e lusinghieri”, relegati nell’ottavo cerchio dell’inferno immersi “in un lago di sterco”. Insomma di “leccaculismo” ne è piena la nostra storia. Un virus per così dire culturale. Del resto, e Travaglio lo dice con le parole del suo maestro Indro Montanelli, “La cultura italiana è nata nel Palazzo e alla mensa del Principe”.

“Slurp”, come si legge nel risvolto di copertina, è “una antologia, a tratti irresistibilmente comica, di tutto quello che ha cloroformizzato l’opinione pubblica per assicurare consensi e voti a un sistema di potere politico-economico incapace, mediocre e molto spesso corrotto. A Silvio Berlusconi per cominciare ma anche ai tanti capi e capetti del cosiddetto centrosinistra che hanno riempito i brevi intervalli tra un governo del Cavaliere e l’altro. Fino all’esplosione di saliva modello ‘larghe intese’ per Giorgio Napolitano, Mario Monti e Matteo Renzi”.

Dopo l’appuntamento con Marco Travalgio, a chiudere la XXV edizione di MobyCult, sono attesi martedì Alessandro Meluzzi, che incontra il pubblico con il suo ultimo libro “Il maschio fragile”, un lavoro che parte dall’analisi di alcuni casi di stalking e femminicidio, mentre venerdì 28 agosto lo scrittore riminese Marco Missiroli presenterà a Castel Sismondo il suo “Atti osceni in luogo privato”, libro rivelazione della narrativa italiana di quest’anno.


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