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Il giocatore sul palco della Regina

Un grande appuntamento di letteratura che si fa teatro attende il Teatro della Regina martedì 20 febbraio (ore 21,15) con Il giocatore. Se il caso nella vita reale salva Fëdor Dostoevskij che nel 1866 a 45 anni, vedovo e reduce da una relazione passionale e incalzato dai creditori per i suoi debiti di gioco, si salva grazie al casuale incontro con la stenografa Anna che lo aiuta a stendere Il giocatore e diventa poi sua moglie.

Così, inevitabilmente, si arriva alle analogie con l'oggi e quando si vede la baboulinka o il giocatore perdere tutti i loro soldi al casinò, forse per un attimo ci dimenticheremo che si tratta dei personaggi di Dostoevskij e vedremo una vecchina, sola, in preda al vizio del gioco o un giovane compulsivo perso in un video poker. Là dove il denaro perde improvvisamente valore lasciando il posto al desiderio irrefrenabile di giocare semplicemente per il piacere di farlo, e il sipario non si chiude mai.  

Il giocatore è la terza tappa della "Trilogia della libertà", i tre spettacoli prodotti dalla Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini con i quali viene affrontato il concetto di libertà e di perdita della stessa. Dopo la società distopica dominata dalla violenza del visionario Arancia Meccanica per la regia dello stesso Gabriele Russo, e l'opprimente ospedale psichiatrico di Qualcuno volò sul nido del cuculo diretto da Alessandro Gassmann, nel Giocatore va in scena la Roulettenburg dominata dal gioco di Dostoevskij. Anche in questo caso, la grande letteratura si fa teatro; così, Il giocatore, scritto nel 1866 da Fëdor Dostoevskij, viene riletto e adattato per il teatro da Vitaliano Trevisan. Gabriele Russo realizza un allestimento in costante bilico tra dramma e commedia, in cui un cast affiatato (Daniele Russo - Aleksej/Fëdor Dostoevskij, Marcello Romolo - Il generale, Camilla Semino Favro - Polina/Anna Grigor'evna, Paola Sambo -Baboulinka, Alfredo Angelici - Mr. Astley, Martina Galletta - M. lle Blanche, Alessio Piazza-Il croupier, Sebastiano Gavasso-De Grieux) ci trascina in una spirale fatta di gioco d'azzardo, di passioni e di compulsioni che porta dritti in quel (non)luogo dove il desiderio si trasforma in ossessione e non si limita più a governare i protagonisti, ma finisce per soggiogarli.


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