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Il "Barbonaggio Teatrale" di Ippolito Chiarello: doppio appuntamento tra Rimini e San Clemente

Giovedi e Venerdi doppio appuntamento promosso da Città Teatro, che ospita una sintesi dell’esperienza artistica di Ippolito Chiarello in una “due-giorni” fra Teatro Villa, Cineteca Comunale e Piazza Cavour a Rimini. Giovedì alle 21 appuntamento con "Ogni volta che parlo con me". Prodotto dall’Apulia Film Commission e dalla rete pugliese dei Teatri Abitati, racconta il viaggio a piedi attraverso tutta l’Europa di un personaggio al tempo stesso ironico e tragico, quasi alla maniera di un’icona di Almodovar, perduto in mezzo a panni, scarpe, cellulari, strada, semafori, disseminati nelle sue giornate: “Il film è la storia della mia crisi come uomo e come artista – racconta Ippolito Chiarello. A un certo punto tutto quello che ruotava intorno alla mia vita e al mio lavoro di attore mi è sembrato ingabbiato in un sistema che consumava il mio quotidiano e il mio mestiere, ….in balia di un ingranaggio che poneva fuori il pubblico e me stesso dal dialogo tra opera e artista. È iniziato un dialogo con me stesso, un viaggio, fisico e intellettuale, che ho voluto condividere attraverso un altro possibile racconto: ogni volta che parlo con me.”

Venerdì alle 21, nell’ambito della Piccola stagione del Teatro Villa, andrà in scena Fanculopensiero (Stanza 501). Lo spettacolo, da cui ha preso vita il progetto del barbonaggio, è liberamente ispirato al romanzo di Maksim Cristan (drammaturgia di Michele Santeramo, regia di Simona Gonella, spazio e luci Vincent Longuemare): il protagonista un giorno lascia la sua Beretta Chevrolet ad un semaforo, con il motore acceso, e se ne va. In un albergo: stanza 510. Ma c’è un problema: la stanza 510 non c’è…. Uno spettacolo che ha il sapore di un esperimento sull'anima, con tratti di commedia e con punte di amarezza e sofferenza: “Lo spettacolo nasce dal forte desiderio di parlare del disagio cui spesso ci si trova a far fronte quando ci sembra di aver perso la capacità (…) di dire i no giusti al momento giusto. E' una sorta di imbuto in cui ci si sveglia una mattina e ci si accorge che: no!”così come è la nostra vita non ci corrisponde più”.


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