Economia

Crisi, cala il numero di imprese cessate. Ma allo stesso tempo meno nuove attività

Un dato positivo sul territorio provinciale, affievolito però dal contemporaneo calo delle nuove iscrizioni: dalle 532 del periodo gennaio/settembre del 2013 a 373 nello stesso periodo del 2014 (-159)

Cala il numero di imprese cessate rispetto allo stesso periodo del 2013. E' quanto emerge dai dati pubblicati da Infocamere Movimprese. Si è passati dalle 431 imprese del periodo gennaio/settembre 2014 alle 651 del terzo trimestre 2013 (-220). Un dato positivo sul territorio provinciale, affievolito però dal contemporaneo calo delle nuove iscrizioni: dalle 532 del periodo gennaio/settembre del 2013 a 373 nello stesso periodo del 2014 (-159).

Si conferma il trend negativo degli ultimi anni come saldo complessivo, con 754 imprese in meno nel corso degli ultimi dodici mesi: se nel terzo semestre del 2013 erano 35.686 le imprese attive, a settembre 2014 il dato  è sceso a 34.932. “I dati che emergono dallo studio di Infocamere Movimprese confermano la sofferenza dell’economia italiana, provincia di Rimini compresa – ribadisce l’assessore alle attività economiche Jamil Sadegholvaad – Se da una parte consola la diminuzione di imprese cessate, dall’altro è ancora negativo il dato del numero di nuove imprese. Con ogni probabilità la lettura più veritiera è quella che si sintetizza in una stagnazione, con chi è incerto se aprire nuove attività attendendo segnali più concreti di ripresa del Paese, e chi invece, già sul mercato, che resiste con i denti".

"Voglio in questo senso citare un aspetto statistico proprio del Comune di Rimini - aggiunge l'assessore Tra 2013 e 2014 sono state 524 le attività di commercio al dettaglio nate o oggetto di nuova gestione, contro 500 che hanno chiuso i battenti. Un saldo lievemente positivo (siamo sull’ordine del 5% di scarto) che dimostra comunque come la crisi dei consumi generalizzata, che mette in ginocchio sui territori tante, troppe aziende, sia contrastata a Rimini da un fortissimo dinamismo, portato avanti da un tessuto di piccoli imprenditori (molti giovani) che non vogliono arrendersi”.


Si parla di