Economia

Crisi economica, tanti gli italiani che cercano lavoro come badanti

In 200 si sono presentati agli sportelli del Comune che mettono in contatto la domanda con l'offerta

Sono stati 200 gli italiani che hanno cercato informazioni e lavoro come assistenti famigliari presso lo sportello “l’assistente in famiglia” solo negli ultimi otto mesi del 2016, da maggio a fine dicembre. Lo sportello supporta la persona non autosufficiente e la sua famiglia nella scelta di permanenza nel proprio domicilio e, contemporaneamente, offre sostegno alle assistenti familiari con l'obiettivo di qualificare il loro lavoro di cura, farlo incontrare con le richieste arrivate dalle famiglie e avviare un percorso di progressiva integrazione del loro lavoro nella rete dei servizi socio-sanitari. Uno Sportello dunque che crea welfare ma anche lavoro, incrociando domanda e offerta. Tra gli Italiani che tornano a cercare occupazione in questo settore non ci solo donne, ma anche uomini, che rappresentano circa il 7/8%. Tra essi due tipologie in particolare, giovani appena formati in corsi professionali come quello in operatori socio sanitari (oss) e adulti anche ultracinquantenni fuoriusciti dal mercato del lavoro che faticano a rientrare in altri circuiti occupazionali.

Coerentemente con i precedenti periodi, l’offerta espressa da parte dei cittadini italiani si traduce quasi esclusivamente nella disponibilità di assistenza diurna, elemento che esclude gli stessi da una effettiva integrazione nel mondo del lavoro domiciliare, sempre maggiormente orientato a un tipo di assistenza con vincolo di convivenza, in cui tendenzialmente rimane maggiore la disponibilità di assistenti straniere. Nello stesso periodo (maggio-dicembre2016), oltre ai 200 italiani si sono rivolte allo sportello persone di 43 nazioni differenti tra cui, in particolare, cittadini ucraini (155), rumeni (133), marocchini (67), moldavi (45), albanesi (38 unità). Nel corso di tutto il 2016 sono state complessivamente 601 le assistenti che si sono rivolte allo sportello per la prima volta. Le famiglie che nel 2016 hanno cercato informazioni e disponibilità di assistenti allo sportello sono state 353, 105 in più rispetto l’anno scorso e ben 147 rispetto il 2010, primo anno di riferimento del servizio.

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Tra gli strumenti per sostenere le famiglie che decidono di assistere i propri cari in casa, rientra anche il “bando badanti” che, attivo in ambito di distretto socio sanitario di Rimini nord, ha permesso negli ultimi due anni  di aiutare e sostenere 106 famiglie  con un contributo medio di quasi 1.800 euro e un investimento complessivo di circa 192 mila euro. Infine, nell’ambito della qualificazione professionale e della formazione continua sono stati 31 i partecipanti che nel 2016 hanno ricevuto l’attestato di partecipazione e il dvd della Regione Emilia Romagna dal titolo “Qualificare il Lavoro di Cura”; tra le aree di formazione, oltre quelle classiche di assistenza e cura, cucina, lingua italiana e informatica.

“Grazie al nostro sportello– sottolinea Gloria Lisi, assessore ai Servizi educativi del Comune di Rimini – diamo una risposta personalizzata alle singole esigenze di famiglie e assistenti, incrociando richieste, disponibilità e caratteristiche. Inoltre sosteniamo l’emersione dal nero e il sostegno tramite il bando badanti a chi si muove nel terreno legale. Non solo, tramite la formazione diamo un aiuto all’integrazione della badante straniera nelle nostre abitudini famigliari, insegnando non solo la lingua italiana o le tecniche di assistenza, ma anche ad esempio a cucinare la piadina o i nostri piatti tradizionali. Possono sembrare aspetti superficiali, ma rappresentano invece piccole e grandi difficoltà che nella riuscita o meno di una assistenza fanno anche la differenza. Un progetto di welfare che diventa dunque anche opportunità di lavoro. Una professione, non a caso, sempre più ricercata anche dagli italiani che vedono in questo ambito possibilità occupazionali precluse in altri settori non più floridi come un tempo”


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