Cronaca

La spiaggia devastata, chilometri di detriti e stabilimenti sott'acqua. Traffico in tilt, ma la città ha retto

La spiaggia di Marina Centro è diventata una distesa infinita di detriti e di legname di qualsiasi dimensione. Strade e sottopassi chiusi, ma nel complesso la città di Rimini ha retto meglio degli altri territori romagnoli

La spiaggia di Rimini devastata

L’edicolante di piazzale Kennedy abbassa l’unica saracinesca che aveva sollevato. In strada vagano sacchetti e scatoloni. Anche mercoledì (17 maggio) la città di Rimini si risveglia sotto la pioggia. Il vento soffia forte e si alternano momenti di tregua e momenti di acqua che cade dal cielo come a secchiellate. La zona di Marina Centro, quella tanto amata dai turisti, non è finita in ginocchio: sulle strade si circola e non ci sono allagamenti consistenti. Ma basta spostarsi di qualche metro per comprendere la devastazione dell’alluvione, che dall’entroterra ha portato verso il mare il finimondo. La spiaggia di Rimini è diventata una distesa infinita di detriti e di legname di qualsiasi dimensione. Tutto trascinato verso la costa prima dalla forza dei fiumi poi dal mare mosso. Il bagnasciuga su cui ogni anno milioni di turisti trascorrono le loro vacanze in pratica non esiste più. Sono chilometri e chilometri di distesa di legname.

Stabilimenti balneari a mollo

Mentre i bagnini erano ormai al lavoro per preparare la spiaggia in vista della bella stagione, è arrivata l’alluvione. A partire dai prossimi giorni sarà necessario rimboccarsi le maniche per sistemare tutto e per rimuovere quintali e quintali di detriti. La zona di piazzale Kennedy, all’altezza del bagno Nettuno, è finito tutto sott’acqua per l’ennesima volta. Sul nuovo Parco del Mare non c’è anima viva. Si sente solo il brusio dell’idrovora che cerca di portare via un po’ d’acqua dal bar allagato. All’altezza del bagno 28 è tutto immerso nell'acqua praticamente fino gli ingressi. Spuntano qua e là solamente i pali degli ombrelloni zuppi d’acqua. La situazione non cambia spostandosi verso il Grand Hotel e la ruota panoramica, si intravede solo una montagna di legna spinta da un mare che continua a essere incattivito.

Traffico il tilt

Molti bar e locali lungo la riviera non hanno nemmeno aperto i battenti. Sono più le saracinesche abbassate che non i locali che stanno lavorando. In un bar si cerca comunque di cercare un po’ di ottimismo. “Abbiamo disagi, ma a Riccione va malissimo, per non parlare di Cesena e Faenza – dicono degli avventori del locale -, Rimini è un puntino sulla cartina dove tutto sommato ci si è salvati. Poteva andare molto peggio. Attorno è tutto devastato”.

Basta salire lungo via destra del Porto per capire però che la città è in difficoltà. Se le strade e i sottopassi chiusi restano nel centro davvero circoscritti, la città è messa a dura prova dalla tenuta del traffico: via Ennio Coletti è in pratica un lungo serpentone continuo di auto fino al ponte sul Marecchia. Ci vorrà più di mezzora per entrare in città, complice la situazione generata anche dalla chiusura a scopo precauzionale della Statale 16, proprio all’altezza del fiume Marecchia. Se attorno al capoluogo si registrano case allagate, persone evacuate (QUI LA DIRETTA CON TUTTE LE NOTIZIE), tutto sommato la città ha retto l’onda d’urto. Ma la pioggia continua a cadere. Non basta qualche timido raggio di sole a metà mattinata per risollevare il morale.


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