Cronaca

Da bene della criminalità a casa per senzatetto o persone con problemi

Su questo immobile la Direzione Servizi Educativi e Protezione sociale ha pensato ad un progetto di cosiddetto “Housing First”, in contrasto alla condizione di marginalità in cui vivono persone senza fissa dimora

Un bene confiscato alla criminalità organizzata diventa una casa per chi vive in condizioni di disagio. Il progetto è stato presentato dall’assessore al Patrimonio Gian Luca Brasini nell’ambito della V Commissione consiliare di venerdì mattina (ricevendo parere favorevole all’unanimità) e nasce dalla richiesta da parte dell’Amministrazione Comunale di acquisire un immobile nella zona di Marina centro oggetto di confisca e ora gestito dalla “Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.

Su questo immobile la Direzione Servizi Educativi e Protezione sociale ha pensato ad un progetto di cosiddetto “Housing First”, in contrasto alla condizione di marginalità in cui vivono persone senza fissa dimora. “Si tratta di un modello di intervento che prevede una progressiva de-istituzionalizzazione delle persone che vivono in una condizione di marginalità – spiega il vicesindaco e assessore al Welfare e protezione sociale Gloria Lisi – attraverso l’inserimento in abitazioni autonome, e che deve essere affiancato ad un intenso lavoro di accompagnamento sociale e di sostegno psicologico. Questo progetto si inserisce nel percorso che come Amministrazione abbiamo avviato contro l’esclusione sociale e si sposa perfettamente con il nostro modo di concepire il welfare. La persona è al centro ed è un soggetto attivo, a cui mettiamo a disposizione gli strumenti per poter abbandonare la propria condizione di marginalità”.

Il progetto di Housing First partirà nei primi mesi del 2014 e prevede di destinare una decina di alloggi a persone senza fissa dimostra e con problematiche di tipo psichiatrico presenti da tempo sul territorio comunale. Il progetto sarà realizzato in collaborazione con le realtà riminesi del terzo settore, riconoscendo e valorizzando la loro esperienza sul territorio.


Si parla di