Cronaca

I pescatori riminesi aderiscono alla mobilitazione della marineria

Negli ultimi 15 anni si è registrata una diminuzione di circa il 30% della flotta e un -40% del pescato

Giornata di mobilitazione delle marinerie dell'Emilia-Romagna dopo che, negli ultimi 15 anni, si è registrata una diminuzione di circa il 30% della flotta e, nello stesso periodo, anche il pescato ha visto un forte decremento di circa il 40%. Un disagio, quello espresso dagli operatori, “del tutto comprensibile, alla luce della difficile situazione con cui deve fare i conti il comparto, sia nazionale sia quello che opera nell’area del Distretto di pesca Nord Adriatico”. Per questo, “la Regione condivide pienamente le preoccupazioni che sono alla base della giornata di mobilitazione indetta dalle marinerie dell’Emilia-Romagna”. Così Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca, commenta l’iniziativa in corso oggi, venerdì 17 febbraio, organizzata dalle imprese del settore della pesca e dell’acquacoltura per manifestare il disagio che stanno vivendo.

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio socio-economico della Pesca e dell’Acquacoltura del Distretto di Pesca Nord Adriatico, negli ultimi 15 anni la flotta da pesca dell’Emilia-Romagna, per numero di barche, stazza e motore, ha subito una diminuzione di circa il 30%. Nello stesso periodo anche il pescato ha visto un forte decremento di circa il 40%. L’Emilia-Romagna, in accordo con le altre Regioni che fanno parte del Distretto, “è quindi favorevole al ripristino, sperimentando eventualmente nuove modalità organizzative, della Commissione consultiva centrale della Pesca e del Mare: rappresentava infatti un’importante sede di confronto e di proposta tra i diversi livelli istituzionali e i rappresentanti dei produttori”.Anche per le catture del tonno rosso, aggiunge l’assessore, “è necessario un cambio di passo”. Dopo tanti anni di regime di quote – sia di quelle calcolate e distribuite inizialmente, sia di quelle aggiuntive, legate all’aumento della numerosità – “credo occorra rivedere il sistema, confrontandosi con una situazione del nostro mare sostanzialmente diversa da quella che ha portato all’introduzione degli attuali criteri di limitazione”.

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Per il 2017 le quote aggiuntive sono circa 600 tonnellate, pari al 20% in più rispetto alla quota precedente di 2.752 tonnellate; “in vista del prossimo triennio- prosegue Caselli- è comunque assolutamente necessario rivedere l’attuale distribuzione. L’attuale rafforzamento della specie lascia intravvedere infatti una nuova realtà, in cui il tonno, in veste di predatore, diventa competitore del pescatore nella cattura di altre specie; per questo occorre suddividere, in futuro, le quote aggiuntive assegnate annualmente tra coloro che oggi ne sono esclusi, con particolare attenzione alla pesca artigianale. Quest’incremento della quota dovrebbe anche essere utilizzato per coprire le catture accidentali, che fino ad ora hanno determinato sanzioni sproporzionate”.

Sulla questione delle sanzioni amministrative la Regione ritiene utile un serio approfondimento, poiché l’entità delle stesse, stabilita per contrastare fenomeni gravi come l’abusivismo, va ad impattare anche nei confronti di pescatori che incorrono in infrazioni, anche involontarie e spesso di lieve portata, con conseguenze che possono essere eccessive. Di fronte all’importanza e all’urgenza delle tematiche sollevate, “la Regione Emilia- Romagna- conclude Caselli- è comunque disponibile a lavorare per sviluppare ulteriore la concertazione a livello sovraregionale – e quindi a livello di Distretto di pesca – e nazionale, con un obiettivo preciso: fornire risposte concrete alle marinerie che oggi stanno lottando per superare la gravissima crisi in atto”.

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"Questa mattina ero presente per ascoltare la protesta dei pescatori organizzata al Porto di Rimini - dice Marco Affronte, Europarlamentare che siede in Commissione Pesca a Bruxelles - perché il loro malcontento va ascoltato. Io lo faccio continuamente: di primo mattino avevo incontrato alcuni vongolari di Rimini, la scorsa settimana a Roma ho riunito gli operatori del settore, quella precedente nel mio ufficio ho ricevuto una rappresentanza da Marche, Abruzzo e Molise. Credo che l'esperienza degli operatori del mare sia essenziale per elaborare adeguate politiche del settore. In merito alla Legge 154 credo che le motivazioni della protesta siano ben fondate. Le sanzioni sono sproporzionate, draconiane, e non aiutano affatto ad ostacolare la pesca illegale: quella si combatte coi controlli. Sulle Quote Tonno ho detto varie volte che il pallino ce l'ha in mano il Ministero di Roma, non c'è responsabilità di Bruxelles nella scelta: è l'Italia a doverle ripartire equamente, e c'è la possibilità di influire sulle scelte del nostro Ministero".

"Trovo davvero bizzarro - continua l'Eurodeputato indipendente - che Tiziano Arlotti del Partito Democratico si affanni a presentare atti contro cose che ha fatto il Governo che ha il suo stesso colore politico. Ma d'altronde il Partito Democratico è così. Per sopravvivere deve prendere da tutte le parti, ed è di lotta e di governo allo stesso tempo. Ora comunque" - conclude Affronte - "abbiamo fra le mani un dossier molto, molto importante: quello delle misure tecniche. Il Regolamento che ne scaturirà riguarderà tutta la pesca, gli attrezzi, le misure,... Nessuno sarà escluso. Sarà un quadro normativo che semplificherà moltissimo le regole, lasciando spazio alla regionalizzazione. Abbiamo tempo per lavorarci bene assieme, è un'occasione da non perdere."

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“Negli ultimi trent’anni le imbarcazioni da pesca sono diminuite del 33% in Italia, i rimanenti 12mila scafi hanno un’età media di 34 anni e si sono persi 18mila posti in un settore che dà oggi lavoro direttamente a 27mila persone, senza considerare l’indotto. Nella sola Emilia-Romagna sono 700 le imprese della pesca marina – ricorda Arlotti -. La concorrenza estera, le regole imposte dall’Unione europea quali i vincoli sulle misure delle vongole (su cui ho già avuto modo di intervenire con interrogazioni), taglia minima e attrezzi di cattura, l’obbligo di tenuta a bordo del “libro del pescato” e l’introduzione di sempre più pesanti sanzioni e di complessi e stringenti strumenti di controllo sull’attività esercitata, nel loro insieme penalizzano un settore economico assai rilevante per il nostro territorio. L’articolo 39 della legge n.154 del 2016, pur depenalizzando le infrazioni previste per la cattura sottomisura di una serie di specie ittiche, ha introdotto sanzioni amministrative che all’atto pratico risultano sproporzionate ed eccessivamente punitive”.

Restrizioni che ricadono anche sulle attività commerciali, sottolinea il deputato. “Le sanzioni accessorie si applicano anche a pescherie e ristoranti per i quali, in taluni casi, è prevista la chiusura a tempo dell’esercizio, tanto che per non incorrere in sanzioni tali esercizi preferiscono spesso acquistare pescato proveniente dall’estero”. Infine la questione del tonno rosso, già evidenziata da Arlotti in un’apposita interrogazione. “Il sistema delle quote per la caccia al tonno rosso, prodotto ad altissima redditività, è fortemente squilibrato e richiede un intervento urgente per rivedere la ripartizione delle quote tra i diversi settori interessati”.

Arlotti auspica il ripristino di un dialogo costruttivo tra istituzioni e mondo della pesca, costituito dalle imprese e dalle associazioni di rappresentanza del settore, anche per ridiscutere normative che attualmente non tengono conto delle specificità del settore. Le risoluzioni chiedono quindi di accelerare l’erogazione dei trattamenti di cassa integrazione in deroga per il settore pesca riferiti al 2016, anche per gli armatori imbarcati, superando le difficoltà riscontrate da alcune sedi locali dell’INPS; rivedere la legge 28 luglio 2016 n. 154 in materia di sanzioni e di sistemi di controllo, adattandoli alle peculiari dimensioni delle imprese nazionali; ripristinare la Commissione consultiva centrale per la pesca e l’acquacoltura presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, coinvolgendo le associazioni rappresentative delle imprese di pesca; modificare le modalità di attribuzione delle quote del tonno rosso, con particolare riguardo a quella indivisa, al fine di superare i gravi inconvenienti riscontrati in questi anni dagli operatori della pesca di quelle regioni italiane escluse dall’attribuzione delle quote finora stabilite.


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