Cronaca

L'allarme di Rosy Bindi: "In Romagna c'è più mafia di quanto emerso finora"

La Commissione parlamentare Antimafia a Rimini per una serie di audizioni, la presidente parla di una concentrazione di "reati spia"

E' allarme mafie in Romagna. Lo lancia la Commissione parlamentare antimafia che, lunedì, ha visitato Rimini per una serie di audizioni. E, martedì, sarà in vista a San Marino. "C'è più mafia di quello che siamo stati capaci di trovare fino adesso", sottolinea alla stampa la presidente Rosy Bindi. La Romagna e Rimini in particolare, entra nel dettaglio, "sono ritenute portatrici di alcune criticità", a partire dalla concentrazione di reati spia, dunque spaccio di droga, prostituzione, gioco, ma anche la concentrazione di immigrati non va sottovalutata, e dalla presenza di malavitosi di un certo calibro, esponenti della 'ndrangheta, della camorra, di Cosa nostra, delle mafie pugliesi, che "soggiornano da tempo" in riviera, grazie anche alla sponda di professionisti conniventi.

Dunque ci sono chiari "sintomi e indizi della presenza della criminalità organizzata". Nel riminese, prosegue Bindi, "il traffico e il consumo di stupefacenti è allarmante", in particolare da parte della mafia albanese, che gestisce pure la prostituzione. E poi ci sono "attività interessanti", quelle del turismo, i locali, le discoteche. Il gioco. "Una situazione ideale per le attività tradizionali della criminalità organizzata", a cui si aggiunge il riciclaggio. Con Bindi che "scagiona" la vicina Repubblica di San Marino dove andrà in visita con la Commissione martedì. "Qualche anno fa dava più da fare. I problemi non sono tutti risolti ma c'è più collaborazione". Ecco perchè la convinzione della Commissione è che ci sia "più mafia di quanto ce ne siamo accorti. Ci sono troppi reati spia - ribadisce - sintomi e indizi a cui non corrisponde una capacità di individuare i loro giri, i loro affari”.

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Nessuna sottovalutazione, precisa Bindi, "ma occorre segnalare con più attenzione la situazione alle autorità competenti", sia la Procura distrettuale antimafia sia i nuclei specializzati. La Commissione si farà dunque sentire affinchè a Rimini ci sia una "presenza più specializzata" delle forze dell'ordine. "Avere i reparti speciali a Bologna e Ancona dà un vantaggio alle mafie". Bindi sottolinea che non si tratta di un "vero e proprio insediamento", ne' di mafie autoctone, bensì quelle tradizionali, "forse collegate tra loro e forse collegate con quelle straniere. Non ostentano la loro presenza, agiscono sotto traccia, non sparano e non chiedono il pizzo, ma trovano grandi complicità". Insomma "Bologna è lontana, la Romagna richiede "attenzioni particolari", forze specializzate in loco e investimenti anche nelle sedi, per esempio in una sezione distaccata dell'Antimafia. Di certo "c'è un concetto di legalità sostenibile oltre il quale non si va e che è legato all'interesse personale. Le regole possono risultare un blocco per l'economia, ma la mancanza è un varco per le mafie". E "questo territorio - conclude - è particolarmente attraente". 

Quello della depenalizzazione e legalizzazione delle droghe, a partire da quelle leggere, non è stato uno dei temi toccati dalla Commissione parlamentare antimafia ma rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente Rosy Bindi sottolinea che sul tema della liberalizzazione le opinioni, anche dentro la Commissione, sono diverse. Senza dimenticare che magistratura e polizia sono contrarie. Certo a Rimini lo spaccio attira la criminalità organizzata, ma la città rivierasca "è importante, ma non è il mondo. Forse se dappertutto fossero liberalizzate sarebbe una misura efficace. Per Rimini e l'Italia difficile sostenerlo". In commissione Giustizia c'è una legge in merito, ma prima di una "scelta enorme" occorre anche sapere che "sul piano della repressione e della prevenzione c'è ancora molto da fare". Il consumo di cocaina, per esempio, riguarda molti professionisti che "sono interlocutori di quel mondo".

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"La collaborazione delle forze dell'ordine è notevole, solo bisogna rinforzarne l'azione". La parlamentare riminese del Movimento 5 stelle, Giulia Sarti, torna nella "sua" Rimini come membro della Commissione parlamentare antimafia in missione in città e durante l'incontro con la stampa sottolinea l'impegno delle forze di polizia contro il radicamento della criminalità organizzata, ma c'è "un difetto annoso di pianta organica e di sedi". La pentastellata punta poi il dito sulla rete di professionisti conniventi: "Le mafie sono aiutate, serve maggiore attenzione all'operato di banche, avvocati, notai e professionisti in generale". Infatti i reati spia sono "tanti", anche di tipo fiscale e finanziario. Sarti spiega inoltre che anche l'aeroporto di Rimini va continuamente monitorato.
(Agenzia Dire)


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