Carenza d'acqua per l'agricoltura, Coldiretti: "Realizzare una rete diffusa di invasi sul territorio"
Coldiretti plaude alla proposta giunta da Santarcangelo: "Plauso al progetto di pianificazione urbanistica, in merito al recupero delle ex cave come bacini di stoccaggio e distribuzione lungo il fiume Marecchia"
"Plauso al progetto di pianificazione urbanistica del Comune di Santarcangelo, in merito al recupero delle ex cave come bacini di stoccaggio e distribuzione lungo l’asta fluviale del fiume Marecchia che porterebbe ad un recupero di 4 milioni di metri cubi di acqua" afferma Guido Cardelli Masini Palazzi, Presidente di Coldiretti Rimini.
“E’ l’unica soluzione valida per risolvere il problema della cronica mancanza d’acqua per uso irriguo – precisa il presidente – ricordando il problema del Dmv (Deflusso Minimo Vitale) troppo elevato sul Fiume Marecchia, per il quale negli anni passati veniva richiesta invano la deroga. Riconosciamo l’importante ruolo – prosegue – del Consorzio di Bonifica della Romagna che ha investito sin dal principio con una programmazione che ha ottenuto un finanziamento di 15 milioni di euro: oggi occorre vederlo realizzato".
"Ora e’ importante – conclude Cardelli Masini Palazzi – che vengano al più presto organizzati i diversi fattori al fine di snellire la burocrazia progettuale e al contempo proseguire nella valorizzazione turistica, paesaggistica e sportiva”. “Si può dire che l’opera rientra – afferma il Direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsini – nel grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo”.
Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana appare evidente – ribadisce Corsini – l’urgenza di avviare la realizzazione di una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve all’agricoltura e ai cittadini, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
"Il Paradosso – sottolinea Giorgio Ricci Vice Direttore di Coldiretti Rimini - è che per i non addetti ai lavori l’agricoltura spreca acqua, mentre , al contrario, l’agricoltura utilizza l’acqua che restituisce poi all’ambiente. Dispiace che alcune frange dell’ambientalismo anziché sostenere l’agricoltura in un momento così difficile a causa dei forti rincari dei fattori di produzione che spesso non è possibile compensare con il prezzo di vendita dei prodotti e le alte temperature che rendono più difficile la situazione nei campi dove manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni (tutti elementi che insieme possono provocare la chiusura di molte aziende agricole) puntino l’indice sull’ idroesigenza dell’agricoltura, che invece produce cibo e ha un’importante funzione ambientale e sociale".