Cronaca

All'Arco d'Augusto il progetto ZERO (Weak Fist) dell'artista Patrick Tuttofuoco

L'artista ha inteso rispondere a una sollecitazione istituzionale la cui occasionalità parte da un locus geografico: l’Arco di Augusto di Rimini

ZERO (Weak Fist) è un progetto dell’artista Patrick Tuttofuoco promosso dal Polo Museale dell’Emilia Romagna con la collaborazione del Comune di Rimini, l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e l’organizzazione culturale Xing, vincitore della prima edizione del bando Italian Council (2017) concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo. ZERO (Weak Fist) si svolgerà tra Rimini, Berlino e Bologna dal 15 settembre 2018 al 17 febbraio 2019. Con ZERO (Weak Fist) Patrick Tuttofuoco ha inteso rispondere a una sollecitazione istituzionale la cui occasionalità parte da un locus geografico: l’Arco di Augusto di Rimini. Sfondo e scenario ispirazionale di questo intervento, l’Arco di Augusto è una struttura simbolica priva di porte e di barriere. Questa sua caratteristica lo rende a tutti gli effetti un’architettura non di difesa ma di accoglienza, testimone di un periodo di pace e convivenza tra popoli. Da Rimini, si diramano due strade consolari, l’Emilia e la Flaminia, che rifrangono, proprio partendo da questo sito, un limes che è al contempo urbano e universale, ossia una coincidenza tra i confini della città-stato e i confini della sua area di influenza politico-amministrativa in continua espansione. ZERO (Weak Fist) si sviluppa come un intervento transitante: una scultura luminosa mobile progettata per ricollocarsi in una serie di tappe a Rimini, Berlino e Bologna. I luoghi scelti per le tre città hanno un carattere di reperto archeologico, fossile, quasi fossero rimasti immutati nel tempo (formalmente o idealmente): l’arco romano di Rimini, il cortile/palazzo dell'Ambasciata Italiana a Berlino e la Porta Zamboni/San Donato, punto di accesso al quartiere universitario bolognese che è stato luogo di irradiazione della ripresa medioevale del diritto romano.

“La scultura è un oggetto fresco che pur mantenendo una forma scoraggiata e malinconica evidenzia la presenza, il contesto e il ruolo delle architetture alle quali aderisce quasi in una forma di simbiosi. Il pugno cadente da un lato può sembrare un’arresa, ma dall’altro un tentativo di negoziazione non violento”. ZERO è un segno. Nel linguaggio dei segni lo zero é espresso mostrando la mano chiusa con il pollice a contatto con la punta delle altre dita. Polisemicamente raccorda il gesto di un Doriforo disarmato ripreso dalla statuaria ellenistica, e il rilascio sospeso tra tensione e rilassamento di un pugno semi-aperto allusivo del fare umano e la sua vita activa. ZERO (Weak Fist) è un’opera cangiante, visibile nella sua natura mediale durante la notte, che utilizza un simbolo allusivo, espresso come presenza al contempo gioiosa e incombente in connessione con le monumentalità differenti di Rimini, Berlino e Bologna. E’ un gesto non violento insinuato tra architetture forti che segna la persistenza di un pensiero critico.


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